BIOGRAFIA
Maria Pia Filippetto nasce a Tombolo in provincia di Padova il 25 settembre 1954.
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Tra Maria Pia e la pittura è una storia d'amore e di umanità.
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La passione per la pittura sboccia dalla prima infanzia e da allora non si è mai fermata.
In adolescenza Maria Pia rimane colpita dalle opere esposte nei corridoi del suo collegio per sordomute nella bellissima Valmarana, settecentesca villa veneta sita a Noventa Padovana in provincia di Padova. Ricorda inoltre con grande emozione il libro su Picasso che le fu regalato da un caro amico all’età di 16 anni.
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Le sue opere raccontano la storia di una donna che, superando ostacoli e intraprendendo molti viaggi, ha trasformato il suo desiderio di dipingere in uno stile di vita. Scopriamo i suoi quadri come se stessimo sfogliando l’album di fotografie della sua vita.
Nei suoi dipinti ritroviamo l’eredità del passato e dei luoghi che l’hanno accolta e ispirata. L’Accademia di Belle Arti, la docenza nei corsi di pittura per sordi a Padova negli anni ‘70, il trasferimento delle sue esperienze a Dakar, in Senegal, nei primi ‘80; da qui la tavolozza di toni caldi africani e le forme, squadrate e tondeggianti allo stesso tempo, che sprigionano una avvolgente energia in continuo movimento. Infine l’amata Francia, la sua casa da oltre 20 anni, costantemente presente con elementi tipici dei paesaggi della Bretagna, della Vandea e delle lande dell'Ile-de-France.
Tra le sue opere più iconiche, la reinterpretazione de "Il Quarto Stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo.
"Dal Quarto Stato al Garofano di oggi"
1989, Olio su tela, 400x200 cm
​Rotonda, sognatrice, innamorata, sola, libera, materna… i suoi dipinti sono un'ode alla Donna in tutte le sue forme e i suoi momenti, soprattutto la ricerca dell'amore.
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La sua professione la porta a ricoprire il ruolo di Professoressa d’Arte nei Musei Civici di Parigi come Carnavalet, Art Moderne, Bourdelle e diversi altri, da oltre 15 anni.
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Dal 1976 le sue opere sono state esposte in collettive e personali in Italia, Svizzera, Senegal, Francia e San Pietroburgo (vedi elenco mostre passate).
Tra i suoi lavori un ciclo di affreschi nella cappella di SS Maria Ausiliatrice a Tombolo (PD), suo paese natale, nel 2003.
RECENSIONI
In ogni tela inserisce in una cornice i suoi personaggi: il cielo, la terra e la verticalità che li unisce. Al centro, addossati a questa verticalità, donna, uomo, bambini. Ma i corpi non sono rinchiusi lì. La leggera curvatura del dorso si basa sulla linea che sale di qualche centimetro dal bordo della tela, sempre lo stesso margine. La testa spesso supera la linea superiore, più vicina al cielo. E i piedi prendono il loro appoggio a terra, sotto la linea inferiore. Questo dà loro una forza speciale. C'è malinconia in queste opere, una tristezza che a volte si insinua nei colori, ma anche una volontà feroce, che nei rossi mette la sua affermazione. La vita è dunque lì, in questi volumi, questi cerchi dove sono disegnati polpacci, cosce, glutei, seni e volti di donne. Ma le donne di Maria Pia Filippetto hanno le guance rosse e le ombre azzurre. Non sono lascive: sono potenti e sembrano aspettare. A volte le linee si allungano per esprimere un'infanzia, un'adolescenza. A volte si apre una porta, a volte le barche sono pronte a partire, a volte gli alberi fanno un richiamo lontano, che trabocca il cielo.
Cit. Marc Verhaverbeke - Scrittore